Ho sentito la necessità di condividere quanto detto dal Preside Giuliano perché, voglio che lo possa leggere chi non è iscritto su Linkedin e perchè perfettamente in riga con il mio pensiero e reputo sia utile per un'ampia riflessione da parte di tutti i docenti.
Anch'io, da anni, mi batto per far capire ai miei colleghi che bisogna cambiare il modo di fare didattica e non solo per combattere la dispersione, una emergenza sociale in costante aumento specialmente nelle regioni del mezzogiorno, ma anche perchè è giunto il momento di accorciare le distanze tra il mondo della scuola e le nuove generazioni che vivono ogni giorno un salto temporale tra una scuola che li obbliga ad un ritmo lento e spesso frustante e la società che cammina via veloce.
Ci sono scuole dove il cambiamento c'è stato, scuole lungimiranti che si sono messe in gioco consentendo agli studenti di vivere il periodo della formazione scolastica come periodo altamente formativo e, cosa ancora più importante, dando stimoli orientativi fondamentali per la vita futura di ciascun di loro.
I ragazzi sono cambiati, è cambiato il loro modo di comunicare, le loro aspettative, è cambiata la loro fiducia in un futuro che, e ne sono consapevoli, offre sempre meno.
La scuola deve offrire la promozione di valori e competenze che spesso vengono ignorate o, nella migliore delle ipotesi, vengono messe in secondo piano. Comunichiamo, ascoltiamo, avviciniamoci al loro mondo, partiamo dalle loro esperienze di vita, formiamoci per saper utilizzare strumenti a loro più vicini con metodologie più accattivanti, aiutiamoli a tirar fuori da ognuno ciò che di buono c'è, non basiamo la nostra vita da insegnanti sulla sola necessità di "finire il programma", perchè, ahimè, ancora c'è chi mi parla di programmi che non esistono più da almeno dieci anni.
Vi lascio alla lettura dell'articolo e, se volete, si può riflettere insieme.
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